Umbria: Un’oasi verde in crescita, ma il “rewilding” richiede vigilanza

L'Umbria vira verso la rinaturalizzazione: crescita dei boschi e vigilanza contro gli incendi

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In un contesto globale in cui la deforestazione è un problema sempre più pressante, l’Italia, e in particolare l’Umbria, si distinguono per una tendenza positiva: la crescita dei boschi. Tuttavia, gli esperti sottolineano la necessità di gestire attentamente questa rinaturalizzazione per proteggersi dai rischi di incendi e garantire la salute degli ecosistemi.

L’Umbria spicca come la regione con la maggiore presenza di boschi in rapporto alle dimensioni del territorio in Italia. Se in media le foreste coprono un terzo del territorio italiano, in Umbria la percentuale sale addirittura al 50%. Con una superficie forestale totale di 413.956 ettari su una superficie territoriale regionale di 845.604 ettari, l’Umbria si pone come un’oasi verde nel panorama italiano.

A livello globale, la deforestazione continua a essere un problema critico, con una perdita di 178 milioni di ettari di foreste dal 1990 a oggi, equivalente al 4,2%. Tuttavia, in Italia, il trend è inverso: dal secondo dopoguerra la superficie boschiva è più che raddoppiata, passando da 5,6 a 11,1 milioni di ettari.

Questo aumento dei boschi è attribuibile in parte all’abbandono di molte aree montane e collinari, considerato tradizionalmente un fenomeno negativo. Tuttavia, questo abbandono ha consentito il proliferare di foreste più naturali, riattivando processi ecologici fondamentali e contribuendo al fenomeno del “rewilding”. Questo termine, utilizzato nella letteratura scientifica, indica il ripristino di processi ecologici e la ricostituzione di ecosistemi funzionanti.

Tuttavia, gli scienziati avvertono che il rewilding va gestito attentamente. In particolare, è necessario proteggersi dai rischi di incendi, soprattutto in regioni come l’Umbria, dove la presenza dei boschi è così estesa. Inoltre, è essenziale garantire che questo processo di rinaturalizzazione non porti a un degrado degli ecosistemi o a una perdita di biodiversità.

Per affrontare queste sfide, il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una legge sul ripristino della natura, nota come Nature Restoration Law. Questa legge rappresenta un passo significativo per la protezione e il ripristino degli ecosistemi europei, stabilendo obiettivi e obblighi specifici per il ripristino della natura in vari tipi di ecosistemi, compresi i boschi.

In particolare, la legge impone agli Stati membri dell’UE di adottare piani nazionali di ripristino entro due anni dall’approvazione della legge, indicando gli strumenti e i metodi per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Questi obiettivi includono il ripristino del 30% di ogni ecosistema entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050, con l’obbligo di evitare il deterioramento delle aree ripristinate.

Inoltre, la legge prevede il miglioramento di diversi indicatori che riguardano gli ecosistemi forestali, come la piantumazione di tre miliardi di nuovi alberi e il monitoraggio dell’indice dell’avifauna comune, un indicatore importante dello stato di salute della biodiversità.

In conclusione, sebbene l’Umbria e l’Italia nel loro complesso possano vantare una crescita dei boschi in un contesto globale di deforestazione, è essenziale gestire attentamente questo processo per proteggere la natura e garantire la salute degli ecosistemi. La nuova legge europea sul ripristino della natura offre uno strumento importante per perseguire questi obiettivi, ma sarà necessario un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti.

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