Questa sera a Foligno la presentazione dell’ultimo libro di S.E. Vincenzo Paglia

L'incontro si terrà a Palazzo Trinci alle ore 17:30.

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S.E. Vincenzo Paglia
S.E. Vincenzo Paglia

Nell’annoso dibattito fra antichi e moderni, fra anziani e giovani non sempre le ragioni pendono da un’unica parte.

A volte, se l’occhio e la mente sanno vedere, le due opposte fazioni possono interagire fra loro e contribuire maggiormente alle proprie ragioni.

Di ciò, si parlerà questa sera alle ore 17:30 a Foligno presso la sala rossa di Palazzo Trinci con S.E. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, e il virologo Moreno Finamonti, presidente dell’associazione SOPHIA-UM. Al centro dell’incontro, vi sarà la presentazione del nuovo libro di sua Eccellenza: L’età da inventare. La vecchiaia fra memoria ed eternità (Piemme 2021).

Copertina Libro
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Il progressivo allungamento della vita, dovuto ad un complessivo miglioramento delle condizioni materiali della società, e le previsioni delle recenti scoperte scientifiche portano necessariamente a riflettere in modo nuovo su un’età che non è ancora conosciuta. Non più periodo di frontiera, limite ultimo e sottile fra la vita e la morte, ma, autenticamente, momento di crescita e di benessere. Se ancora oggi nella concezione tripartita della vita dell’uomo la terza età ha un valore conservativo, in futuro non potrà essere più possibile. È visibile fin da ora: l’aumento incessante dell’età pensionabile non è che un sintomo della rivoluzione in atto. Che fare dunque? Quale pensiero può rendere sostenibile per la società una miriade di persone in età avanzata? Come valorizzarle?

A proposito di antichi, gli affreschi eseguiti da Gentile da Fabriano e la sua poliglotta équipe (1412 ca.) proprio nelle stanze di Palazzo Trinci offrono un valido stimolo al tema. Nella sala delle arti liberali e dei pianeti, Gentile non solo raffigura la personificazione della decrepitezza separata da quella della vecchiaia ma le inserisce, insieme ad altre cinque età, nel contesto astrologico delle arti del trivio e del quadrivio. La vecchiaia non è la decrepitezza e il vecchio può dedicarsi allo studio della geometria come della grammatica, della musica come della retorica, fino ad arrivare al vertice del sapere: la filosofia.

Chissà se, sbirciando dalle magnifiche pareti affrescate, il dibattito di oggi potrà ascoltare la voce del passato per rivolgersi, poi, con consapevolezza al futuro.

D’altronde, come diceva un grande commentatore di Dante, classico è ciò che ha da venire.

Dott. Alessandro Gatti

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