Arte e misteri a San Pietro di Perugia

Uno di luoghi più suggestivi e magici del territorio umbro

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L’abbazia benedettina di San Pietro di Perugia è stata fondata nel 966 dall’abate Pietro Vincioli, sopra la precedente cattedrale risalente al VII secolo, ed è tutt’oggi una delle fondazioni monastiche più antiche e prestigiose dell’Italia centrale.
Il maestoso complesso monumentale sorge fuori dalle mura antiche della città, si presenta come uno dei luoghi più belli e ricercati dai turisti.

Tre sono i chiostri che lo compongono

Due di essi si trovano all’interno e sono denominati rispettivamente Chiostro Maggiore, attribuito a Guido Settignano, e Chiostro delle stelle dovuto a Galeazzo Alessi. Il terzo invece non ha una denominazione ma è quello che conduce direttamente all’entrata della basilica, ed è proprio dietro quel portone apparentemente spoglio si cela l’unicità di questo luogo.

Percorrendo principale delle tre navate è possibile ammirare la collezione d’arte più grande di Perugia dopo la Galleria Nazionale dell’Umbria, innumerevoli sono le raffigurazioni, le tele dipinte e le arcate in marmo, ma la cosa più curiosa e misteriosa si può osservare solo una volta raggiunto l’altare, volgendo lo sguardo verso l’entrata.

Una grande tela di circa 12 metri in lunghezza e 8 in altezza sovrasta la porta d’ingresso occupando tutta la parete del tempio: è chiamato “L’Apoteosi dell’ordine dei benedettini” e a prima vista può sembrare che il dipinto raffiguri solamente venerabili pontefici, cardinali, vescovi e abati legati al santo di Norcia, ma con un secondo sguardo è possibile intravedere come tutte queste sacre figure incornicino in realtà il volto di un demonio.

Le ipotesi che hanno portato Antonio Vassilacchi a dipingere questo quadro sono innumerevoli ma il mistero resta il filo conduttore di questa tetra e imponente raffigurazione.

Gli orti interni all’Abbazia di San Pietro di Perugia

Interessanti sono anche i due orti celati all’interno del complesso di San Pietro: l’orto botanico costruito dal naturalista Osvaldo Kruh, e l’orto medioevale, utilizzato anticamente come orto-giardino dai monaci benedettini, il cui percorso è caratterizzato dalla simbolica ricostruzione dei Giardini dell’eden, dal bosco sacro e infine dall’Hortus sanitatis e l’Hortus holerorum (piante medicinali e delle piante alimentari).

 Luoghi suggestivi e impossibili da farsi sfuggire sia per i turisti che per gli stessi perugini, spesso ignari delle bellezze presenti sul loro territorio natio.
Marta Consalvi
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