STA NASCENDO IL NUOVO LAGO ARTIFICIALE DELL’UMBRIA

La diga di Valfabbrica ha gia accumulato 16 milioni di metri cubi di acqua

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Dopo oltre 40 anni dall’inizio dei lavori dopo interruzioni, polemiche e dubbi relativi alla sismicità della zona, finalmente questo nuovo invaso sta prendendo forma.

Si tratta di un’opera straordinaria che non avrà valenza soltanto in ambiti idrico e agricolo ma anche in ambito turistico e relativo indotto economico sia per l’Umbria che per questa specifica zona dove sta sorgendo tale lago.

Cresce a vista d’occhio la grande scommessa dell’Umbria – sia sul piano idrico che quello ambientale-turistico -, dopo trent’anni di immobilismo, la Diga del Chiascio o di Valfabbrica (come vorrebbero che si chiamasse gli abitanti del posto). Dopo la fine dei lavori e il via libera nel 2021 dell’aumento di acqua,  l’invaso non ha conosciuto intoppi e corre veloce al pari passo dei cambiamenti climatici che anche l’Umbria sta subendo. Un dato solo: in un anno le piogge sono diminuite del 50 per cento, le sorgenti ad aprile hanno tutte valori da estate avanzata, i fiumi vivono lo stesso dramma. La Diga del Chiascio eviterà siccità per gran parte dell’Umbria e risparmierà i prelievi di acqua per l’agricoltura dai fiumi e aiuterà il Trasimeno. Ma non solo: la riqualificazione della valle sarà altissima a livello ambientale e porterà turismo, attività commerciali e di accoglienza potendo contare su un bacino di 20 chilometri.

Ma quando entrerà in funzione: tra due anni, parola di assessore Roberto Morroni che insieme al Presidente dell’Ente Acque Umbre Toscane (Eaut) e al Sindaco di Valfabbrica e il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, hanno effettuato un sopralluogo per una verifica dello stato di avanzamento della prima fase degli invasi sperimentali propedeutica all’entrata in esercizio dell’impianto. In questi giorni è stata, infatti, raggiunta la prima quota d’invaso, 292 metri, corrispondente a circa 16 milioni di metri cubi di acqua: lo step iniziale di un percorso che, si stima fra circa tre anni, con quattro cicli di carico e scarico di invasi sperimentali, potrà consentire di incrementare il livello di invaso fino a 305 metri, per un volume di 52 milioni di metri cubi di acqua.

Il Vicepresidente della Regione ha potuto constatare i significativi passi in avanti compiuti ad un anno dallo sblocco dell’ultradecennale e complesso iter dei lavori che ha permesso l’avvio, nella primavera 2021, del programma di incremento dei livelli di invaso dopo il completamento delle opere di stabilizzazione del versante destro dello sbarramento, resi necessari da un fenomeno di frana.

“Oggi salutiamo il completamento di questo primo passo – ha detto il Vicepresidente, ringraziando l’Eaut (Ente concessionario dei lavori e della gestione della diga) e quanti, imprese e lavoratori, si sono adoperati – della tabella di marcia che porterà all’entrata in esercizio della diga, con volumi invasati di assoluto interesse che potranno essere successivamente aumentati. È un’opera di valenza strategica, innanzitutto – ha rilevato -per l’importanza della risorsa idrica: il ‘petrolio’ del futuro, da gestire in maniera razionale e intelligente per assicurare qualità della vita, con l’uso ai fini idropotabili, e quale leva formidabile per lo sviluppo competitivo della nostra agricoltura. Inoltre, dalla valorizzazione naturalistica e del paesaggio dello specchio lacustre della diga, lungo circa 20 chilometri, scaturiranno opportunità sul fronte dell’attrattività turistica, generando lavoro e implicazioni positive per la crescita complessiva del territorio in cui insiste la diga.

Durante il sopralluogo sono state illustrate le prospettive di possibile fruizione della risorsa idrica, insieme ai progetti della rete di adduzione già finanziati e di quelli presentati ed in attesa di finanziamento.I più importanti impieghi dell’acqua dell’invaso, è stato ricordato, sono l’approvvigionamento idrico del sistema Perugino-Trasimeno (con il collegamento già in fase di progettazione da parte di Umbra Acque), l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra nei territori comunali di Spello, Foligno e Montefalco, degli impianti nella piana di Trevi e a Montefalco e Bevagna e la produzione di energia idroelettrica.

L’Eaut è concessionaria di un finanziamento ministeriale di oltre 17 milioni di euro per la realizzazione dei lavori relativi alle “opere di adduzione primaria dalla diga sul fiume Chiascio” per i distretti irrigui della Valle Umbra ed è inserita nell’elenco degli interventi da finanziare con il Pnrr, per 15 milioni di euro, con cui sviluppare ulteriormente l’adduzione nel territorio di Montefalco.

Ad oggi, oltre allo sbarramento e alle opere accessorie, sono state realizzate la galleria di derivazione e le condotte di adduzione fino alla località Feccioli, nel territorio comunale di Spello, per una lunghezza complessiva di circa 36 chilometri (di cui circa 6 di galleria naturale) per un importo di circa 63 milioni di euro, stanziati dal Ministero delle Politiche agricole. Tramite questa linea, gli ettari totali potenzialmente irrigabili a regime potranno essere 8.000; 185mila gli abitanti potenzialmente servibili a regime dagli acquedotti ad uso idropotabile.

 

Fonte: Perugiatoday.it

 

 

 

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