BASTIA UMBRA: M.ZIARELLI ASFALTA LA PIRELLI

Una causa durata 10 anni ove M. Ziarelli Gomme era accusata di uso improprio del marchio Pirelli

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I Bastioli hanno un carattere particolare, sono persone e lavoratori normali ma corretti e lungimiranti.

La M. Ziarelli Gomme si è scontrata con la multinazionale Pirelli ma finalmente ha avuto giustizia ed è uscita vincitrice da questa lunga diatriba legale.

I consumatori non possono fare confusione tra i marchi Pirelli e Ziarelli, quest’ultimo tra l’altro preceduto da una M, vista la differenza tra i due brand. Poi l’Italia è piena di cognomi che finiscono in «arelli» o «irelli» e l’origine patronimica del logo della famosissima multunazionale è nota. Con queste motivazioni la Cassazione (sentenza 8580) ha respinto il ricorso dell’azienda italiana nota in tutto il mondo, che produce pneumatici dal 1872. Un contenzioso basato, in parte, proprio sulla grande notoriatà di un brand come Pirelli che poteva essere confuso con Ziarelli, la casa produttrice di gomme per auto con sede a Bastia Umbra, non tanto e non solo in Italia, quanto in altri paesi dell’Unione europea, in cui il marchio è registrato. A disorientare i consumatori, come a creare un rischio di parassitismo, secondo la società ricorrente, non solo l’identico prodotto commercializzato, ma anche l’elevato grado di somiglianza fra i segni, con un’identità stimata all’85 per cento.

Le differenze tra i due brand

Ad avviso della Suprema corte, che avalla la decisione della Corte d’Appello, la ragione principale per la quale va esclusa la contraffazione e la concorrenza sleale, sta nella differenza con il marchio Ziarelli, preceduto anche dalla M. che indica il nome del fondatore Mario. La difficoltà di cadere in inganno resta dunque la stessa a qualunque latitudine, viste le difformità oggettive: oltre alla M. puntata «il differente incipit, l’origine patronimica e il “campimento” con righe diagonali, delle lettere del segno Ziarelli da quelle del marchio Pirelli». Il tutto basta a far perdere a Pirelli una battaglia iniziata quasi 10 anni fa. Anche a prescindere dal fatto, fa notare la Suprema Corte, della grande diffusione in Italia dei cognomi con desinenza «arelli» o «irelli».

Fonte: Sole24ore.it
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