Tra risate e riflessioni: “L’anima di Oreste” al Teatrodicolle

Una leggenda popolare contro le diseguaglianze

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Sabato 22 aprile, alle ore 21.15, si alza il sipario sul gran finale di una stagione memorabile per la Compagnia Teatrodicolle: “L’anima di Oreste” per la regia di Walter Toppetti.

Con questo spettacolo coinvolgente e divertente, ma anche profondo e toccante, la Compagnia chiude in bellezza una stagione di grande successo, anche se, come scopriremo in questo articolo, le attività della Compagnia non si fermano con la  programmazione della stagione invernale.

“L’anima di Oreste”: Una commedia brillante che fa riflettere sulle disuguaglianze

“L’anima di Oreste” è una commedia brillante in due atti diretta dal regista Walter Toppetti, che trae ispirazione da una leggenda popolare del 1991 raccolta a Fratticiola Selvatica, piccolo paese situato tra Gubbio e Perugia. Ambientata nel primo ventennio del ‘900, la storia racconta di una rivalità secolare tra potenti e deboli.

Lo spettacolo mette in luce l’avidità e l’arroganza della classe dominante contrapposte alla miseria e alla disperazione del popolo. La Compagnia Teatrodicolle dà vita a personaggi che, pur facendo ridere, hanno una funzione fondamentale: far riflettere il pubblico su temi profondamente attuali.

Ancora oggi, la società è divisa tra ricchi e poveri, e il divario tra le classi sociali si fa sempre più ampio, con disuguaglianze sempre più evidenti. In questo contesto, il teatro ha il compito di far riflettere il pubblico sulla realtà che lo circonda, spingendolo a interrogarsi sulle cause delle ingiustizie e a cercare soluzioni.

“L’anima di Oreste” rappresenta perciò un esempio di teatro sociale, che mette in scena una storia di lotta contro il potere e la corruzione, stimolando il pubblico a cercare una via per il cambiamento.

Intervista al regista Walter Toppetti

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Walter Toppetti, il regista di “L’anima di Oreste”, spettacolo teatrale che ha fatto emozionare e riflettere il pubblico negli oltre 20 anni dalla sua prima messa in scena. Il regista ci racconta la genesi dello spettacolo, partendo dall’origine del racconto che l’ha ispirato.

“In realtà la tematica è inserita nella storia stessa”, egli spiega. “Nel momento esatto in cui l’ho sentita raccontare per la prima volta ho intuito immediatamente i forti contenuti ed i messaggi che questo racconto nascondeva. In origine il racconto, che ho raccolto da diversi testimoni, non era altro che una narrazione molto frammentaria sintetizzata in poche righe, tra l’altro esposta in versioni diverse e corredata da diverse ‘varianti’“.

“Del resto questa è la classica forma nella quale si riesce a raccogliere la memoria popolare della tradizione tramandata oralmente, soprattutto quando si tratta di vicende riferite ad eventi lontani nel tempo”.

Il regista racconta poi come sia stato possibile trasformare il racconto in una sceneggiatura teatrale completa, arricchendo la trama con personaggi immaginari coerenti con il contesto e il messaggio originale: “Tutto questo, però, senza snaturare quello che era il messaggio ed il senso autentico di questa storia, che è stato rafforzato nel capovolgimento dei ruoli finale”.

Il messaggio principale di “L’anima di Oreste”

Abbiamo chiesto al regista quale fosse il messaggio principale di “L’anima di Oreste”, e la sua risposta è stata chiara e diretta: “Il personaggio di Oreste, il reietto, la vittima, lo scemo del villaggio, diviene il protagonista, l’eroe positivo di una commedia dal finale drammatico ed emozionante, caratterizzato dal riscatto dei deboli contro l’arroganza dei forti e del potere in generale, della povertà, dell’indigenza dei tanti, contro la ricchezza e l’egoismo dei pochi privilegiati.”

“Tale messaggio, semplice e diretto, viene compreso appieno dal pubblico, che generalmente ha mostrato un forte coinvolgimento emotivo nelle diverse repliche effettuate negli oltre 20 anni dalla prima messa in scena.”

Abbiamo poi chiesto al regista se ritiene che lo spettacolo abbia un contenuto politico, e la sua risposta ci sorprende: “Senza affrontare tematiche marcatamente politiche o ricorrere a specifiche forme di linguaggio e simbologie dirette relative al conflitto di classe, lo spettacolo, caratterizzato da un forte ironia e comicità (a tratti amara e feroce), si sviluppa tutto sul filo della atavica e semplice opposizione inconciliabile sociale fra estremi opposti causata della polarizzazione delle risorse e della ricchezza”.

Il regista ritiene che la rappresentazione degli estremi opposti della società e della loro polarizzazione delle risorse e della ricchezza fa emergere la critica sociale sottesa alla commedia.

Come sottolinea Oreste nel monologo finale, la fame di molti è causata dalla sproporzione delle risorse:  “Nel mondo, per ognuno che magna e se ‘ngozza fino a che je crepa ‘l gozzo, ce n enno minimo altri 100 che morgon de fame …”

Il teatro, strumento di riflessione e denuncia sociale

Il regista si sofferma poi sull’importanza del teatro come strumento di riflessione e di denuncia sociale: “Il teatro ha il compito di far riflettere, di far emergere problemi e tematiche che spesso vengono ignorati o nascosti dalla società. In questo senso, Oreste rappresenta una forma di denuncia contro le ingiustizie sociali e la disuguaglianza, ma anche un invito alla solidarietà e alla lotta per i diritti dei più deboli.”

Il regista sottolinea anche l’importanza del lavoro di squadra e della collaborazione con gli attori e tutto il team di produzione. “Il teatro è un’arte collettiva, che richiede la collaborazione di tante persone per raggiungere il risultato finale. È fondamentale lavorare insieme, condividere idee e opinioni, per creare uno spettacolo coeso e di qualità.”

Infine, il regista parla delle sfide e delle soddisfazioni che si incontrano nel percorso di realizzazione di uno spettacolo teatrale. “Lo spettacolo teatrale è un’opera in continuo divenire, che richiede tempo, impegno e passione. Le difficoltà che si incontrano nel percorso sono tante, ma la soddisfazione di vedere il proprio lavoro realizzato sulla scena e di condividere l’emozione con il pubblico è impagabile.”

Compagnia Teatrodicolle: Una stagione di rinascita

L’intervista prosegue con altre domande legate alla stagione che si sta per concludere.

La stagione 2022-23 sta per concludersi con lo spettacolo “L’anima di Oreste”, Dopo due anni difficili per il mondo del teatro a causa della pandemia siete soddisfatti dei risultati ottenuti?

“Siamo particolarmente soddisfatti di questa stagione, che è stata la prima a poter essere svolta senza interruzioni forzate dopo la pandemia. Per questa ragione, ci siamo assunti il pesante onere di riempire il programma di questa stagione con spettacoli quasi interamente della nostra compagnia.” 

“Abbiamo riallacciato i contatti con il nostro pubblico abituale, che è tornato numeroso ai nostri spettacoli, e questo per noi rappresenta un obiettivo fondamentale della nostra attività artistica. Infatti, vogliamo promuovere cultura, aggregazione e socialità, soprattutto in un momento come quello attuale, in cui si evidenzia la necessità di superare psicologicamente il trauma e le conseguenze nefaste delle restrizioni e divieti che abbiamo subito per due lunghi anni.”

Quali sono i prossimi progetti della Compagnia Teatro di Colle? 

“Stiamo pensando alla prossima stagione 2023-24, che inizierà nel mese di ottobre. Tuttavia, la nostra attività non si ferma alla programmazione della stagione invernale, ma continua anche con gli spettacoli all’aperto”.

La rassegna di maggio e gli spettacoli estivi

“Stiamo già organizzando la rassegna di fine maggio e una serie di spettacoli a cadenza mensile durante l’estate, che tradizionalmente allestiamo nel piazzale antistante il nostro teatro”.

 “Presto pubblicheremo il programma degli spettacoli all’aperto, dove sarà riproposta sicuramente una replica della saggio finale dei ragazzi della nostra scuola. In definitiva, la nostra compagnia continua a lavorare con impegno e passione per promuovere la cultura e lo spettacolo dal vivo, anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo.”

C’è qualche genere o tema che ti piacerebbe esplorare in futuro?

“Ho già alcune idee per il prossimo spettacolo della compagnia ed il nuovo soggetto per il prossimo laboratorio per i nostri allievi, ma non intendo, per il momento, anticipare niente di più specifico.”

Il regista sottolinea che la sua curiosità artistica è sempre in continua evoluzione e che si lascia ispirare dai molteplici temi e soggetti teatrali che gli si presentano. In particolare, il suo interesse è rivolto alle problematiche sociali contemporanee e alla ricerca della cultura popolare umbra, oltre che alla continua sperimentazione del genere cabaret che la compagnia propone da anni. Tuttavia,il regista non si limita a questi generi e si è cimentato anche con il genere drammatico, dimostrando la sua grande versatilità.

Il successi della stagione teatrale invernale

La stagione teatrale 2022-2023 della Compagnia Teatrodicolle è stata caratterizzata da una grande varietà di spettacoli, che hanno saputo coinvolgere e divertire il pubblico. I diversi  appuntamenti con “Ci vediamo Giovedì: il Cabaret del TeatrodiColle”, sono un’esplosione di comicità e satira. Il Cabaret non è solo intrattenimento: ha una funzione sociale di grande attualità, poiché gli spettacoli si svolgono con un tono critico e provocatorio, sfidando le convenzioni sociali e criticando la cultura dominante.

 “Sfratto esecutivo” mette in evidenza gli aspetti conflittuali e aggressivi della società contemporanea, spesso alimentati dalle nevrosi personali e dal disagio causato dalle dinamiche sociali in continua evoluzione. La storia di Gino e Bruno, i due protagonisti in lotta perenne, è un esempio di come le tensioni sociali e le divergenze ideologiche possano essere alimentate da meccanismi perversi, generando ulteriori conflitti e nevrosi nella società.

Non sono mancati anche spettacoli per un pubblico più giovane, come. “OrsOsvaldo, il ladro di cioccolatini”, che ha visto i ragazzi della scuola di teatro della Compagnia mostrare il loro talento. OrsOsvaldo non è solo un racconto divertente, ma anche una critica sociale che, come ci ha anticipato il regista, sarà riproposta nel piazzale antistante il teatro. 

La storia mette in luce la spietata manipolazione dei media sui fatti di violenza e cronaca nera, che sono ormai seguiti dagli spettatori come un macabro spettacolo di intrattenimento.

Il gran finale: “L’anima di Oreste”

Ci auguriamo che il gran finale di questa stagione teatrale, “L’anima di Oreste” della Compagnia Teatrodicolle, faccia riflettere gli spettatori sulle ingiustizie sociali e sulla necessità di agire per il cambiamento, e non solo della stagione, visto che “la primavera tarda ad arrivare”.

Siamo certi  che “L’anima di Oreste” ispiri gli spettatori a prendere coscienza delle ingiustizie sociali e a cercare soluzioni, proprio come la canzone di Battiato “Povera Patria” ci invita a sperare in un mondo migliore. Non dobbiamo mai dimenticare che il teatro oltre a farci ridere, ha il compito di farci prendere coscienza delle disuguaglianze sociali e di spingerci ad agire per il cambiamento, e siamo sicuri che “L’anima di Oreste” della Compagnia Teatrodicolle lo farà con grande efficacia e coinvolgimento del pubblico.

Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il numero 368 7892620 o visitare la pagina ufficiale Facebook del Teatrodicolle. L’ingresso all’evento è di € 7,00.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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