Gubbio si è svegliata all’alba oggi, 15 maggio, con un solo pensiero nel cuore: la Festa dei Ceri. È un giorno speciale, atteso per un anno intero, in cui la città cambia volto e si riempie di suoni, colori, abbracci, lacrime e cori. Un giorno che è tutto, fuorché ordinario: perché qui non si celebra solo una tradizione, ma un’identità viva, radicata nel tempo e trasmessa come un’eredità sacra.
La Festa dei Ceri è un inno alla comunità, un rito collettivo che si tramanda da secoli, e che oggi, come ogni 15 maggio, abbraccia Gubbio con la sua forza travolgente. In onore di Sant’Ubaldo, patrono e protettore della città, tre giganteschi Ceri – alti circa quattro metri e pesanti oltre tre quintali – vengono portati a spalla da centinaia di ceraioli in una corsa adrenalinica per le vie medievali del centro, fino alla Basilica sulla vetta del Monte Ingino.
Una giornata scandita dal cuore e dai tamburi
La festa comincia all’alba. Alle 5:30 i tamburini risvegliano la città, chiamando a raccolta i ceraioli. Segue la colazione tradizionale, rigorosamente a base di baccalà e vino bianco, per rinvigorire corpo e spirito prima del grande evento. Poi, l’emozione sale minuto dopo minuto fino a mezzogiorno, quando in Piazza Grande si svolge l’“Alzata dei Ceri”: i tre monumentali obelischi lignei vengono sollevati verticalmente sulle barelle, in un momento che toglie il fiato e apre ufficialmente le danze.
L’intera giornata è scandita da momenti simbolici, processioni, saluti, brindisi e riti tramandati con rispetto assoluto. Alle 18:00, tutto culmina nella Corsa dei Ceri: Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio – ciascuno accompagnato da una folla di ceraioli vestiti nei colori della propria famiglia (giallo, azzurro e nero) – iniziano la loro ascesa tra la folla acclamante, tra applausi e cori, tra slanci di entusiasmo e lacrime di commozione.
Più di una corsa: un patto collettivo
La Festa dei Ceri non è una gara. Nessun vincitore, nessun cronometro. Perché qui l’obiettivo non è battere l’altro, ma onorare il Santo e portare il Cero con dignità, rispetto e spirito di squadra. È una competizione simbolica che non ammette rivalità, ma incarna lo spirito più puro della cooperazione, del sacrificio e del legame con la propria terra.
È questo spirito che rende la festa unica al mondo, qualcosa che le parole faticano a spiegare e che solo l’esperienza diretta può davvero raccontare. Ogni ceraiolo ha il suo motivo per partecipare, ogni famiglia eugubina custodisce un ricordo legato a questo giorno. I bambini sognano di indossare la camicia del proprio santo, gli anziani piangono ricordando le corse passate, i giovani si preparano con orgoglio a prendere il posto dei padri.
Una città che corre insieme
Nel giorno della Festa dei Ceri, Gubbio è tutta un cuore che batte all’unisono. Non c’è turista, fotografo o spettatore che possa restare indifferente davanti a tanta bellezza e intensità. Il suono del “Campanone” che accompagna la corsa, il profumo di fiori e vino, i canti che si alzano da ogni vicolo: tutto racconta una città che vive e si rinnova nel nome della tradizione.
Non è solo una festa religiosa. È una dichiarazione d’amore per la propria terra, per la propria comunità, per la storia che ci unisce. È il filo invisibile che lega ogni eugubino, presente o lontano, al cuore della propria città.
Dove trovare il programma completo
Per chi desidera vivere da vicino ogni istante di questa giornata memorabile o scoprire le curiosità, i riti e il significato profondo della manifestazione, è disponibile il programma dettagliato sul sito ufficiale:
👉 www.ceri.it
Chi non ha mai visto la Festa dei Ceri, non conosce davvero Gubbio. E chi l’ha vissuta almeno una volta, non potrà mai dimenticarla.