Una chiusura drammatica: malore per Cornacchini e addio al Foligno
L’ultima partita della stagione ha lasciato un segno indelebile nei cuori di tifosi, dirigenti e giocatori del Foligno Calcio. Non solo per il risultato, ma per quanto accaduto al termine della gara: Luigi Cornacchini, addetto alle relazioni esterne e figura storica del club, ha accusato un malore improvviso. Fortunatamente senza gravi conseguenze, l’episodio ha però reso ancora più drammatico un finale già segnato dalla delusione per la mancata promozione in Eccellenza.
Poche ore dopo, è arrivata la notizia ufficiale: Cornacchini lascia il suo incarico.
Il saluto di Cornacchini: “Nessuno ci può togliere la vittoria sul campo”
Le parole di Luigi Cornacchini, pronunciate dopo la partita e affidate ai social, racchiudono emozione, affetto e orgoglio. Il suo commiato è un inno alla dignità sportiva e al valore umano dell’esperienza vissuta:
“Saluto e ringrazio Sergio Vella, Claudio Chiacchieroni, Rino Ruiu, il magazziniere Moreno Bastioni, amici veri che amano questa maglia. Ringrazio i giocatori, il tecnico, il direttore. Nessuno può cancellare il primo posto: noi siamo i vincitori. Forza Foligno, ti amo.”
Un addio che arriva con il cuore provato ma colmo di riconoscenza, dopo mesi intensi vissuti tra il campo e la dirigenza.
La stagione dei rimpianti: penalizzazione e sogno infranto
La stagione del Foligno Calcio era stata esaltante. Dopo una lunga rincorsa, la squadra aveva conquistato il primo posto sul campo, con 73 punti e una serie impressionante di risultati. Ma a 36 ore dalla fine del campionato, una penalizzazione di un punto inflitta dalla giustizia sportiva ha cambiato tutto: spareggio, playoff, e infine la sconfitta. Il sogno della promozione si è trasformato in un incubo.
Il post toccante di Mattia Cavitolo
Tra le tante voci che si sono alzate, quella di Mattia Cavitolo è stata tra le più significative. In un lungo messaggio social, il giocatore ha raccontato la genesi del progetto, la passione condivisa, e il legame unico creatosi tra squadra e città:
“Tutto è iniziato un anno fa. Abbiamo creduto, costruito, vinto. Poi è arrivato l’incubo, ma noi siamo rimasti uniti. Lo spogliatoio era una famiglia. Hanno provato a dividerci, ma siamo usciti a testa alta. Noi abbiamo vinto.”
Simone Angelini: “Fa male. Male da morire.”
Anche il direttore sportivo Simone Angelini, volto centrale del progetto, ha salutato con parole accorate:
“Non volevo fosse così la mia ultima a Foligno. Due settimane da film horror. Grazie a chi ha sempre creduto in noi. Congedarsi così fa male, male da morire. Ma Foligno resterà per sempre nel mio cuore.”
Le testimonianze dei giocatori: tra commozione e gratitudine
Le parole di Luca Urbanelli racchiudono lo spirito della stagione:
“Un anno unico. Abbiamo lottato come fratelli. Il vero ricordo è la nostra vittoria, la nostra passione. Grazie a tutti quelli che ci sono stati accanto. Non mollate mai.”
Filippo Mattia, invece, conclude la sua 19ª stagione con commozione:
“Forse l’anno più bello. Ma ci è stato tolto ciò che avevamo meritato. Ringrazio chi ci ha sostenuto, dal direttore alla mia futura moglie. Foligno Calcio 1928 ha vinto sul campo. Non è finita qui.”
Uno sguardo al futuro: ipotesi fusione con Fulgens e Serie D
Con il sogno della promozione sfumato, il futuro potrebbe passare per una fusione con la Fulgens Spello, già in Serie D. Una scelta che divide i tifosi, ma che potrebbe rappresentare la continuità sportiva necessaria a restituire dignità e visibilità alla piazza.
Una stagione da ricordare, comunque
Malgrado l’esito finale, la stagione del Foligno Calcio 1928 resta memorabile. Una squadra vera, un gruppo coeso, una città tornata a credere nel calcio. Le dimissioni di Cornacchini, arrivate dopo un malore che ha scosso tutti, sono solo l’ultimo segnale della carica emotiva con cui si è vissuto questo campionato.
Il Foligno ha perso un traguardo, ma ha vinto qualcosa di più grande: il rispetto, l’affetto del suo pubblico, e la consapevolezza di essere rinato.
Perché, come scrivono in tanti, vince colui che soffre e dura.