Dintorni di Todi 2

Ponterio, Pian di San Martino, Cecanibbi, Pian di Porto, Montemolino, Ilci, Cacciano, Ripaioli, Pantalla

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Ponterio

Il nome deriva da un ponte risalente al 1341 ca. che in questo punto attraversa il torrente Rio.
Nel XIV secolo il paese divenne sede di concerie di pellame, di lana e di fabbriche di mattoni grazie alla sua vicinanza all’antichissimo Ospedale della Carità, ubicato dove oggi sorge il cimitero vecchio.

 

Pian di San Martino

La località prese il nome da Papa Martino I che, secondo la tradizione nacque proprio qui. La chiesa parrocchiale a lui dedicata presenta un capitello in pietra della primitiva costruzione, risalente al XIII secolo, e conserva due affreschi della fine del XVII secolo.

Cecanibbi

Un’antichissima leggenda narra che durante la seconda guerra punica il mitico condottiero dei Cartaginesi, Annibbale, che era già privo di un occhio, pose proprio qui un accampamento.
In seguito a continue opere di restauro e modifiche, Cecanibbi ha in parte perso l’antico aspetto medievale; tuttavia intorno alla chiesa parrocchiale si trovano ancora intatti i resti della costruzione originaria, e si possono tuttora ammirare frammenti di pitture che risalgono al XVI secolo.

Pian di Porto

Il nome si ricollega al fatto che la località ospitava fin dal tempo dei Romani un porto costruito sulla sponda del Tevere, allora ancora navigabile. In seguito a una grave innondazione nel 1150 questo porto fu distrutto.

 

Montemolino

Il nome allude sia alla posizione strategica che domina il Tevere, sia ai numerosi mulini che vi erano situati. Ai piedi della rocca, si trova un ponte sul fiume distrutto e costruito diverse volte a causa della posizione favorevole, finchè fu definitivamente demolito nel 1310 durante un intenso scontro tra i guelfi e i ghibellini di Todi. L’antica roccaforte è ancora oggi ben conservata, nonostante le numerose battaglie che furono sostenute. Sulla porta con arco a tutto sesto è tutt’ora visibile un affresco del XVI secolo raffigurante la Vergine, San Michele Arcangelo e San Cristoforo; per quanto riguarda la chiesa, è stata rifatta nel 1912 su basi del 1200 e nell’interno conserva reperti di epoca etrusco-romana e medievale.

Ilci

Il nome originario del paese era probabilmente “Elci”, che allude ai numerosi alberi di questa pianta che la ornavano e forse al tempio dedicato al dio Fauno eretto in epoca romana. Dopo essere stato un insediamento ben fortificato utlizzato dai Romani, divenne nel XIII secolo oggetto di contesa tra Todi e Perugia. Ancora oggi i resti delle antiche costruzioni sono ben conservati.
Beneficio della famiglia tuderte dei Trentaquattro era l’antica chiesa parrocchiale dedicata a S. Giovanni e citata sin dal XIV secolo; successivamente fu ceduta ai monaci di San Pietro di Perugia, finchè fu abbandonata per sempre nel XVIII secolo.

Cacciano

Prima di divenire castello nel 1347, era villa della Gens Fabia di Roma. Nel 1472 fu adibita a luogo di rifugio dei guelfi tuderti inseguiti dai ghibellini, e fu in quegli anni occupato dai Baglioni di Perugia, infine scacciati nel 1503. L’antica chiesa di S. Andrea, situata vicino al paese ma ormai in rovina, conserva ancora l’immagine della Vergine.

Ripaioli

L’origine del nome potrebbe risalire alla “Ripa Julii” della Gens Julia romana che qui fondò il castello. Infatti in questa località si insediarono i primi coloni romani quando l’imperatore Augusto, dopo l’assedio di Perugia, assegnò ai legionari i vari territori occupati. A testimonianza del loro insediamento sono stati rinvenuti molti reperti di quel periodo storico, tra cui in particolare una statua di marmo (che oggi è collocata sotto la Piazza a metà del muraglione). Nel 1300 a Ripaioli fu costruito un ospedale dedicato a S. Antonio, come testimoniano le antiche cronache tudertine.

Pantalla

Il paese prenderebbe il nome dal tempio dedicato a Pan, antica divinità pagana, oppure deriva dalla parola “pantanula”, che indica il carattere fangoso e paludoso della terra del luogo, a causa delle frequenti inondazioni del fiume Tevere. Secondo antiche tradizioni, S. Amanzio predicò il Vangelo proprio a Pantalla e ne incendiò il tempio pagano con il bosco intorno.
Nel 1313 il luogo fu occupato dai perugini e successivamente, nel 1362, fu edificato l’attuale castello e fu istituito un patto secondo cui nessuno dei suoi abitanti avrebbe potuto vendere i propri beni ai tuderti. Infine nel 1503, dopo un lungo assedio, la fortezza fu espugnata da Biasino degli Atti, che tra l’altro fece impiccare molti uomini.
Nel XVIII secolo fu distrutta l’antica chiesa dedicata a S. Giovanni, mentre con i suoi resti fu costruita la Cappella di S. Annunzio.

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