Per Perugia sarà l’anno dei teatri

Morlacchi, Pavone e San Francesco nei progetti del presidente del Consiglio comunale Leonardo Varasano

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Leonardo Varasano

di Stefano Ragni – L’annuncio l’aveva dato ai primi del mese in occasione del tradizionale concerto “Vienna, Vienna”. Sul podio del teatro Morlacchi accanto al presidente dell’AGiMus, Leonardo Varasano, nella sua qualità di presidente del Consiglio Comunale, aveva dichiarato che l’anno entrante sarebbe stato quello delle grandi occasioni: la restituzione al pubblico cittadino di due contenitori storicamente appetibili, il Pavone e il tempio di san Francesco, e la messa a punto del Morlacchi.

L’abbiamo preso in parola e l’abbiamo incontrato nella sua sede di Palazzo dei Priori, in quella che nel ventennio fu la stanza del Podestà.
La conferma è di quelle che fanno piacere.
Incominciamo dal Pavone. Dedicato all’uccello acro alla dea Giuunone, il teatro dei Nobili poggia su fondazioni di età romana che pochi privilegiati hanno potuto ammirare.
Le famiglie patrizie, sin dal 1717 si dotarono di questo spazio riservato agli spettacoli di opera: la iniziale struttura in legno venne poi trasformata nel 1767 in edificio murato dall’architetto Carattoli sul modello del teatro Argentina di Roma. Nel ’72 Appiani dipinse lo splendido sipario dove la città di Perugia si ammanta delle vesti di Turrena.
Svilito per anni a cinema, solo occasionalmente ripristinato per la musica colta, il Pavone tornerà ai suoi antichi fasti.
«Con fondi della Regione e della Fondazione Cassa di Risparmio – dichiara Varasano – entro febbraio dovrebbe avere termine il primo stralcio di lavori. Sono più di duecentomila euro spesi bene. Eurochocolate e Fiera dei Morti hanno intralciato non poco l’intervento più pesante, quello del rifacimento del tetto, la cui evidenza è testimoniata dalla gru tuttora pendente sul sito. Ora, dopo questo passaggio iniziale, da fondamentale, si passerà alla seconda fase, consistente nella sostituzione delle poltroncine, il rifacimento dei servizi igienici, e dei camerini. Tempi previsti? Forse fine ottobre, appena in tempo per la coda della stagione teatrale in atto».
Del tempio di san Francesco, il piccolo Pantheon delle famiglie nobili cittadine, spogliato dei suoi tesori da Napoleone e dalle sopraffazioni papali, si parla da tempi immemorabili di destinazione alla musica classica. Lo spazio non è immenso, ma suggestivo e l’apertura a vetro della calotta absidale aggiungerebbe anche il fascino del cielo aperto:
«Contiamo di terminare l’intervento in atto alla fine dell’estate, anche se qualcuno, con un certo ottimismo, parla di maggio. Il tempio dei Conventuali appartiene alla storia cittadina, anche perché l’annesso monastero custodisce ancora la testa di Braccio da Montone. Il teschio, custodito in un teca di vetro, evidenzia il base foro dell’ingresso della picca quadrangolare che portò alla morte il condottiero rinascimentale. Lo consideriamo un grande contenitore del centro storico, ma l’assessore ai lavori pubblici, Calabrese, vorrebbe ripristinarlo anche come luogo di raccoglimento religioso. Per l’inaugurazione si parla di un grande evento che è ancora una sorpresa. La sua raggiungibilità è garantita dalla presenza del parcheggio Pellini che non è escluso possa avere anche un secondo piano, il che aumenterebbe la capienza e l’utilità. Ovviamente saranno pensate forme di agevolazione per chi parcheggerà per raggiungere gli spettacoli».

Il Morlacchi, un teatro che scoppia, per le molte presenze della prosa e della musica. Luogo acusticamente privilegiato, pensato sul modello della Scala di Milano ha trovato una sponda nel mecenatismo privato: «La Fondazione Cucinelli si è mostrata disponibile a elargire 800mila euro per l’abbellimento della facciata, per le poltrone, la pavimentazione e i camerini. Non ultimo la funzionalità dei bagni. Da parte del sindaco Romizi si è affacciata l’ipotesi che, ove la somma stanziata non fosse sufficiente, l’Amministrazione comunale potrebbe aiutare il completamento. La difficoltà maggiore sarà quando iniziare i lavori senza intralciare la tradizionale attività spettacolare di un luogo che ha rilevanza nazionale».

Resta da parlare del Turreno, spazio vorace, polmone cariato del centro storico. Varasano non può e non vuole dire, ma certo la partita è difficile.
«Si potrebbe progettare una sorta di Lyrick perugino. Certo la funzione teatrale non è sufficiente a garantire l’esercizio, quindi si dovrà pensare ad altre forme di utilizzo, magari un grande centro congressi».

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