Panpepato Ternano pronto il disciplinare per la richiesta Igp

Una eccellenza gastronomica umbra che merita di essere tutelata per una maggiore promozione e divulgazione di un prodotto famoso e gustoso

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Pampepato Ternano
Pampepato Ternano

Il Panpepato  Ternano è il classico dolce senza il quale (almeno a Terni e delle zone limitrofe) non sembrerebbe Natale.

Un dolce tipico della tradizione della Conca che sta per ottenere la Indicazione Geografica Protetta, grazie ad un gruppo di lavoro che ne ha scritto la vera ricetta con gli ingredienti assoluti e le relative quantità.

Un disciplinare svelato in parte negli ingredienti fondamentali ma non ancora svelato del tutto nelle dosi dei singoli prodotti, che sono i seguenti: frutta candita e secca, miele (rigorosamente di tipo millefiori), caffé, cacao, cioccolato, spezie, (sarebbe interessante capire quali tipi di spezie si tratta) e farina. Tra gli ingredienti cosiddetti -soggettivi- o di variante, ci sono invece mosto il  cotto,  i pinoli e anche  lo zucchero.

Auspichiamo di conoscere la ricetta completa al momento della ufficializzazione della Igp del Panpepato, una volta espletate tutto lì’iter burocratico a cui hanno aderito circa 35 produttori di questo buonissimo dolce natalizio.

Alcuni cenni storici del Panpepato Ternano

«Il dossier redatto per la richiesta di certificazione – spiega la Piandoro – è frutto di un grande lavoro di squadra, un lavoro complesso e di mediazione che ha richiesto un’attività certosina anche di ricerca storica, oltre che socio-economica, una vera e propria tesi di laurea sul pampepato. Non è stato semplice prima di tutto perché il pampepato è un prodotto della tradizione popolare, la cui ricetta veniva inizialmente tramandata solo oralmente. Su questo fronte dobbiamo ringraziare il Comune di Narni che ci ha fornito una delle prime ricette codificate, risalente al 1840, ora conservata nella biblioteca comunale, a opera del marchese Giovanni Eroli, che la trascrisse seguendo quella delle monache del monastero di San Bernardino». Tra le prime ‘codificazioni’ – contenute nel dossier insieme ad alcune insegne pubblicitarie degli anni ’30 – anche quella del 1950 di Oreste del Vitto, che insieme a Pazzaglia fu tra i fondatori della scuola di pasticceria di Terni.

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