Monti Sibillini, bentornati Camosci!

La popolazione dei camosci sui Monti Sibillini è stata stimata in circa 150 esemplari

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il Camoscio Appenninico
il Camoscio Appenninico

Rispetto ai 31 esemplari rilasciati nelle zone dei Sibillini negli anni che vanno dal 2008 al 2014, in circa 10 anni la colonia dei camosci è cresciuta di 5 volte circa, specialmente nella zona del Monte Bove. E’ questo il risultato del nono censimento autunnale, realizzato dai tecnici faunistici in collaborazione con il reparto Carabinieri del Parco, anche con la preziosa partecipazione di volontari, 11 nella prima sessione e 15 nella seconda sessione, tale censimento ha assunto un significato importante e positivo anche per la ripresa delle attività del territorio del Parco nel suo complesso, dopo il sisma del 2016.

Un progetto che parte da lontano

L’attività svolta dal Parco nazionale rientra nel progetto di interesse comunitario per la conservazione dei mammiferi dell’Appennino centrale, realizzato in collaborazione con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e quello del Gran Sasso e Monti della Laga, nell’ambito della direttiva “biodiversità” del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Il camoscio appenninico

Il camoscio appenninico è endemico dell’Appennino centrale e ha rischiato seriamente di scomparire nella prima metà del ‘900, quando ne sopravvivevano appena poche decine solo in Abruzzo. Oggi, grazie all’istituzione dei Parchi nazionali e ai progetti, anche comunitari, di conservazione, non è più a rischio immediato di estinzione, sebbene sia ancora considerato vulnerabile, soprattutto a causa della sua scarsa variabilità genetica.
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