La rivoluzione comincia da noi stesse: non accettiamo mai la violenza come amore

la retorica del 25 novembre: tante belle frasi ma poi???

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Ogni anno, il 25 novembre, celebriamo la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. Un’occasione per riflettere, ma anche per agire, perché troppo spesso si associa il cambiamento alla responsabilità altrui. La realtà è che la rivoluzione deve cominciare da noi stessi, dentro di noi, nelle scelte quotidiane, nei legami che costruiamo e nei limiti che decidiamo di non oltrepassare né far oltrepassare.

La violenza non è amore

C’è una narrativa pericolosa che a volte si insinua nei nostri cuori: quella che confonde il controllo con la cura, la gelosia con la passione, la manipolazione con l’interesse. Da bambine, ci hanno forse insegnato a perdonare, a sopportare, a sacrificare noi stesse per amore. Ma è tempo di riscrivere quella lezione. L’amore non alza la voce, non lascia segni sul corpo, non isola, non annulla.

Accettare anche solo una forma di violenza significa aprire la porta a un ciclo che difficilmente si interrompe da solo. La chiave è nelle nostre mani: riconoscere la violenza per quello che è, senza giustificazioni. Non importa quanto il nostro cuore vuole credere diversamente: la violenza non è mai una prova d’amore.

Conoscere il proprio valore

La rivoluzione comincia nel momento in cui una donna sceglie di conoscersi e amarsi. Quando smettiamo di cercare conferme del nostro valore all’esterno, ci liberiamo dalla dipendenza emotiva che spesso ci lega a chi non ci merita. Essere donne non significa essere deboli, e amare non significa permettere a qualcuno di distruggerci.

Conoscere il proprio valore significa dire “no” senza paura, mettere confini, e, soprattutto, non sentirsi in colpa per scegliere noi stessi. Siamo stati cresciuti con l’idea che essere forti significa sopportare tutto. Invece, essere forti significa alzarsi, uscire, chiedere aiuto e non accettare compromessi sulla nostra dignità.

La sorellanza come forza

Un altro passo fondamentale è il sostegno reciproco. Le donne che conoscono altre donne hanno il potere di capirle profondamente, senza giudizi. Possiamo essere l’ascolto che mancava, la mano che tira fuori dall’oscurità chi sta affrontando un momento difficile.

Non dimentichiamo mai che ogni volta che una di noi si libera dalla violenza, si apre una strada per altre. Parlare di ciò che viviamo, denunciare, condividere storie e far conoscere le risorse disponibili sono atti rivoluzionari. La violenza si nutre del silenzio e dell’isolamento, ma la solidarietà può spezzare quel circolo vizioso.

Un messaggio per tutti

A chi legge, vorrei dire: non sei sola. Se stai affrontando una situazione di violenza, sappi che hai il diritto di chiedere aiuto. Ci sono centri antiviolenza, numeri di emergenza e persone pronte a sostenerti. Ma, soprattutto, ricorda: non devi accettare nulla che ti faccia sentire meno di quello che sei.

La rivoluzione contro la violenza non è un sogno lontano: è una scelta che facciamo ogni giorno. Cominciamo da noi stessi, non accettando mai la violenza come amore e sostenendoci l’una con l’altra. È ora di costruire un futuro in cui ogni donna si sente libera, amata e rispettata, non per quello che fa o che concede, ma per quello che è.

Non siamo vittime, siamo il cambiamento.

Educare all’amore sano

La rivoluzione che parte da noi stessi deve estendersi anche all’educazione delle nuove generazioni. È fondamentale insegnare alle bambine e ai bambini cosa significa un amore sano, fatto di rispetto reciproco, ascolto e libertà. Dobbiamo crescere figlie che sannono riconoscere il proprio valore e figli che comprendono che l’amore non si dimostra con il controllo o con la forza.

Il cambiamento culturale passa dalle parole che usiamo, dai modelli che proponiamo, dalle storie che raccontiamo. Dire a una bambina che può essere tutto ciò che desidera, senza mai sentire meno degli altri, significa gettare le basi per una società in cui le donne possono vivere senza paura. Insegnare ai bambini che il rispetto non è una concessione ma un dovere è un passo verso una generazione più consapevole e giusta.

Il coraggio di denunciare

Denunciare non è facile, lo sappiamo. Spesso ci sono ostacoli pratici, emotivi e culturali. Si ha paura di non essere creduta, di ritorsioni, di restare sole. Ma denunciare è un atto di coraggio che può salvare una vita: la propria e quella di altre donne.

Ogni denuncia accende una luce su un problema che troppo spesso resta nell’ombra. Ogni testimonianza rompe il silenzio, dando forza a chi ancora non si sente pronta a parlare. È fondamentale sapere che ci sono reti di supporto, centri antiviolenza, e associazioni pronte ad aiutare senza giudizio. Nessuna donna deve sentirsi abbandonata nel momento in cui decide di ribellarsi alla violenza.

Un nuovo paradigma per le relazioni

La rivoluzione di cui parliamo non è solo individuale, ma collettiva. Cambiare il modo in cui viviamo le relazioni, ponendo al centro il rispetto, è un passo necessario. Questo significa non solo non accettare la violenza, ma anche imparare a costruire relazioni sane, in cui entrambe le persone siano libere di esprimersi, crescere e amare senza paura.

La cultura del possesso, del controllo e della gelosia deve essere sostituita da una cultura dell’ascolto e dell’empatia. Non dobbiamo più accontentarci di relazioni che ci limitano o ci fanno soffrire, ma pretendere legami che ci valorizzino e ci rendono felici.

Rompere il ciclo intergenerazionale

Un aspetto importante di questa rivoluzione è rompere il ciclo della violenza che si tramanda di generazione in generazione. Una donna che sceglie di non accettare la violenza come amore non solo cambia la propria vita, ma influisce anche sulle vite di chi le sta intorno. I figli e le figlie cresciuti in un ambiente in cui rifiuta si rifiuta la violenza impareranno che esiste un modo diverso di vivere e amare.

Non siamo sole: la forza della collettività

Ognuna di noi è parte di un cambiamento più grande. La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne non è solo una data simbolica, ma un promemoria del fatto che la lotta contro la violenza è un impegno quotidiano. Non siamo sole: siamo una rete globale di donne e uomini che vogliono un mondo più giusto, più sicuro, più umano.

Ogni gesto conta. Ogni volta che scegliamo noi stessi, che tendiamo una mano, che denunciamo un abuso o che parliamo apertamente della violenza, facciamo un passo verso un futuro migliore. La rivoluzione comincia da noi, ma insieme possiamo portarla lontano.

Non accettiamo mai la violenza come amore. Non accettiamo mai di essere meno di ciò che meritiamo. Siamo donne, siamo forza, siamo futuro.

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