L’autorevole parere del Dott Moreno Finamonti, specialista in microbiologia e virologia, attualmente dirigente medico presso il laboratorio di analisi chimico cliniche e microbiologiche dell’ospedale di Orvieto, (TR).
Queste mutazioni erano state osservate anche in diversi paesi europei duramente colpiti,come l’Italia e la Spagna, prima di diffondersi a New York; alcune mutazioni più lievi sono quelle che caratterizzano i ceppi trovati in gran parte negli Stati Uniti.
I virus a RNA,come il nuovo coronavirus,mutano e questo fa parte della loro natura, non fanno altro che il loro lavoro che è quello di cambiare replicandosi.E replicandosi si diffondono in forme,tipi e sottotipi diversi.
Studi cinesi mostrano che le mutazioni osservate possono avere un impatto diretto sulla carica virale e sui cambiamenti morfologici che una cellula infetta da virus può assumere.
I ricercatori hanno trovato alcune delle mutazioni più infettanti nello Zhejiang.
Fondamentale è capire che relazione c’è tra ospite e patogeni, infatti non bisogna mai dimenticare che l’effetto di una infezione è sempre un rapporto mutualistico tra patogeni ed ospite,tra genoma del patogeno e genoma dell’ospite.
Nelle varie popolazioni sappiamo che l’ACE2,il recettore di Spike, cambia.
Studiare queste mutazioni ci dovrebbe aiutare a capire se avremo bisogno di più di un vaccino e più di un anticorpo monoclonale per combattere SARS-CoV-2.
Perché se cambia la proteina Spike,la chiave d’ingresso del virus, cambia pure il recettore dell’uomo.
Non bisogna dimenticare però, che la patogenicità non dipende solo dal virus, infatti queste variazioni debbono interfacciarsi con il genoma dell’ospite.
Molti mi chiedono quando un vaccino per il SARS-CoV-2 sarà pronto.
In sostanza più mutano il bersaglio o parti del bersaglio e più difficilmente si trova un antidoto efficace.Dopo tante ipotesi l’Organizzazione mondiale della sanità si è espressa in maniera ottimista affermando che il virus in questione compie i normali cambiamenti che un virus compie e che ci aspettavamo, quindi è relativamente stabile.Questa è una buona notizia per lo sviluppo di un vaccino.
Faccio notare che nonostante la forte pressione esercitata dalla pandemia ,il futuro utilizzo di un vaccino deve essere necessariamente preceduto da studi rigorosi che richiedono il tempo necessario per valutarne l’efficacia e la sicurezza.
In questo momento i ricercatori stanno sviluppando strategie diverse nel confezionare il vaccino e anche questo è importante perché un vaccino per il coronavirus non è mai stato provato sul campo.
Ricordo che questo virus ha un comportamento insolito, che ha spiazzato specialmente all’inizio gli scienziati,ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.
Dott Moreno Finamonti