Gubbio una città di pietra

Scopriamo l'Appennino Umbro

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Gubbio innesta l’età preistorica della pietra, del bronzo e della sua tri-millenaria storia in un ambiente geografico speciale e straordinario.

La città è murata sopra detriti del quaternario a quota 523 m (quota media: quella della statua di S. Ubaldo nell’edicola che adorna Corso Garibaldi) proprio in mezzo l’Appennino umbro che abbriva dalla Serra di Burano (1020 m massima altitudine eugubina), Monte Loreto (756 m), Monte Monteleto (945 m), Monte Casamorcia (960 m), Monte Semonte (964 m), Monte Foce (o Calvo 983 m: il più elevato dei tre monti sopra i quali è costruita Gubbio), Monte Ingino (o di S. Gervasio o, com’è più noto, di S. Ubaldo; 908 m), Monte Ansciano (o di S. Girolamo; 893 m), Monte Alto (803 m) e poi degrada verso le piacevoli colline di Branca. Il poderoso rilievo montano dell’Appennino umbro comprende anche Monte Subasio (1290 m) che innalza la sua prativa calotta sopra la risplendente Assisi.

L’Appennino umbro è spartiacque tra i due mari: Adriatico e Tirreno. Lo storico fiume Sentino (terza guerra sannitica vinta dai Romani nel 295 a.C.) nasce a pochi passi sotto la Madonna della Cima di Gubbio (777 m; lungo la S. S. Eugubina, n. 298, che mena a Scheggia) e, confluendo sul fiume Esino – dopo aver lambito le rinomate Grotte di Frasassi – si getta nel mare Adriatico. Invece il fiume Chiascio che nasce nei pressi, si congiunge al fiume Tevere nei pressi dell’incantevole paese di Torgiano e sfocia nel mare Tirreno.

Sempre fuori Porta Metauro, andando verso Scheggia, inizia la Gola del Bottaccione, studiata quale sito scientifico di rilevanza mondiale per i suoi giacimenti di iridio, elemento qui concentrato che ha stimolato qui illustri docenti americani, Luis Alvarez, premio Nobel per la fisica e suo figlio Walter, cittadino onorario di Gubbio, ad elaborare qui la teoria della “Catastrofe Planetaria” che, 65 milioni di anni fa, cagionò l’estinzione dei dinosauri determinata dalla presenza altamente inquinante ed estremamente letale per così tanto iridio accumulatosi sulla terra per un gigantesco impatto con asteroide o meteorite.

Gola del Bottaccione

gola del bottaccione

Gola del Bottaccione

gola del bottaccione 2

 

Due costole di questi dinosauri o mammut ed una costola di balena fossilizzate sono conservate presso la Civica Pinacoteca del Palazzo dei Consoli. Fossili di pietra calcarea – ammoniti e nummuliti e altri modelli con tracce di minerali di ferro – sono reperibili in località Montanaldo, a mezzogiorno di Gubbio e della fascia montana dell’Appennino umbro e, soprattutto, nella fascia dell’Appennino umbro marghigiano “nostrano” che si sviluppa, più a nord dell’Appennino umbro, con Monte Catria (1701 m; la vetta è nella regione Marche) e Monte Cucco (1566 m; la vetta è nella regione Umbria) con corrugatissima dorsale obliqua seppur parallela all’Appennino umbro in direzione nord-ovest discendente verso sud-est.

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